PTOF 2019-2022
INDICE
PREMESSA
SEZIONE 1: L’ORGANIZZAZIONE GENERALE DELL’ISTITUTO
1.1 IDENTITA’ DELL’ISTITUTO 5
1.5 OBIETTIVI EDUCATIVI 6
SEZIONE 2 IL CONTESTO SOCIO-CULTURALE 8
SEZIONE 3 LA PIANIFICAZIONE CURRICOLARE
3.1 RISORSE FINANZIARIE 9
3.2 RISORSE MATERIALI – STRUTTURALI 9
3.3 ORGANIZZAZIONE DELLE SEZIONI 9
3.4 struttura organizzativa della scuola 10
3.5 Rapporto scuola – famiglie – territorio 11
3.6 Educazione alla cittadinanza attiva, pari opportunità
e prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni 11
3.7 AZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA 12
3.8 CRITERI METODOLOGICI 12
3.9 AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE 16
3.10 PROGETTI DI EDUCAZIONE AI VARI LINGUAGGI CULTURALI 17
3.11 LA VALUTAZIONE E LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE 19
3.12 I RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA 20
SEZIONE N. 4 LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA E GOVERNACE D’ISTITUTO
4.1 IL PERSONALE DELLA SCUOLA 21
4.2 PERSONALE DI SEGRETERIA 22
4.3 LA FORMAZIONE DEL PERSONALE 23
PIANO TRIENNALE DELL’ OFFERTA FORMATIVA
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (P.T.O.F.) è il documento espressivo dell’identità della scuola che declina operativamente le scelte antropologiche ed educative di fondo descritte nei documenti costitutivi quali lo statuto dell’ente e il Progetto educativo.
La sua redazione si richiama alle norme rappresentate dal D.P.R . 275/99 Art. 3, Legge 62/2000, dalla Legge 107/2015 art. 1, comma 1-2-3 e 14, dal Decreto del MIUR 16 novembre 2012, n. 254 Regolamento recante indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, a norma dell’articolo 1, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica n. 89/2009.
Il P.T.O.F contiene le scelte relative al metodo educativo e all’offerta formativa esplicitate attraverso la progettazione curricolare, extracurricolare ed organizzativa. Il documento è elaborato dal Collegio dei Docenti sulla base degli indirizzi generali per le attività della scuola ed è strutturato in maniera da adeguarsi nel tempo, attraverso l’aggiornamento delle sue parti in relazione all’esplicitarsi di nuove esigenze educative e formative, di nuove esigenze del contesto e di nuove normative. L’attuale stesura del P.T.O.F. ha valore per il periodo 2019/2022. La pubblicizzazione del documento è fatta attraverso la presentazione ai genitori all’atto dell’iscrizione e pubblicazione sul sito della scuola: www. stitutofrancescanoenna.it
Il P.T.O.F della scuola dell’infanzia Principe di Napoli sintetizza, quindi, le indicazioni organizzative e gestionali e le finalità educative e didattiche progettate per le esigenze del territorio cui offre il suo servizio.
Il collegio docenti in data 09/01/2019 apporta delle modifiche al PTOF 2019/2022 e successivamente
REDIGE e APPROVA
Il presente P.T.O.F. è stato elaborato dal collegio docenti sulla base degli indirizzi generali per l’attività della scuola e delle scelte di gestione, tenendo presente il Progetto Educativo d’Istituto specifico della nostra scuola.
Descrive l’intera realtà scolastica e vuole essere una concreta risposta ai bisogni, alle attese e alla vita della nostra Comunità Educante inserita nel proprio contesto territoriale.
Così come Papa Francesco ci indica “La scuola cattolica deve trasmettere una cultura integrale, non ideologica e, in concreto, è chiamata a favorire l’armonia delle diversità”, insistendo sul concetto di “Gettare ponti”. Il Papa ha sottolineato l’alta missione che hanno gli istituti cattolici nella crescita della persona umana, nella formazione delle coscienze degli allievi. Gli educatori cattolici, più degli altri, devono guardare agli allievi sempre come persona mai come contenitore da riempire di nozioni.
Nella Scuola si lavora dunque con impegno, in modo propositivo e capacità di autovalutazione, nella piena cooperazione tra Comunità Educante e territorio, per offrire non solo i contenuti disciplinari, ma anche i processi formativi e le motivazioni da cui dipendono il successo o l’insuccesso, la gioia, la tristezza, la voglia di vivere e crescere.
SEZIONE 1: L’ORGANIZZAZIONE GENERALE DELL’ISTITUTO
1.1 IDENTITA’ DELL’ISTITUTO
La nostra scuola è un’istituzione educativo – scolastica cattolica, fondata e diretta dalle Suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento. Esse sono una Congregazione di religiose fondata nel 1898 da Madre Serafina Farolfi (1853 – 1917). Attualmente sono presenti in vari Paesi del Mondo dove gestiscono Comunità Educative di ogni qualità, in risposta alle esigenze giovanili di tutte le età e di tutte le condizioni sociali ed economiche.
Nella gestione educativa delle Scuole e degli Istituti, le Suore sono coadiuvate da collaboratori laici, sia uomini che donne, i quali partecipando secondo i propri talenti al Progetto Educativo ne condividono le finalità, cooperando insieme alle Sorelle della Fraternità alla sua attuazione, nello spirito della pedagogia pratica di Madre Serafina Farolfi.
L’azione educativa delle Suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento manifesta la ricchezza del loro particolare carisma nella dimensione eucaristica missionaria, permeata dallo spirito evangelico e francescano – clariano di libertà, giustizia e carità, nell’opzione preferenziale della gioventù “più povera e abbandonata”.
La Scuola dell’Infanzia Paritaria “Principe di Napoli” Istituto Francescano delle Suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento sita in Enna – P.zza Tremoglie n. 1, fondata il 20/7/1934, autorizzata al funzionamento l’1/09/1991 svolge la sua attività educativa e formativa per i bambini da due a sei anni.
Telefono: 0935501186
Fax: 0935501186
EMAIL: istitutofrancescanoenna@gmail.com
Pec: scuolainfanziaprincipedinapoli@pec.it
Sito: www.istitutofrancescanoenna.it
1.5 OBIETTIVI EDUCATIVI
Centro e fine della nostra attività educativa è l’attenzione prioritaria alla persona, nel periodo di crescita e sviluppo della sua personalità, offrendo un’educazione che:
SEZIONE 2 IL CONTESTO SOCIO-CULTURALE
Il comune di Enna conta circa 26.000 abitanti. I bambini che frequentano questa scuola provengono da un ceto sociale eterogeneo. Il tenore di vita è discreto e lo stesso si può dire della formazione culturale dei genitori.
La Scuola dell’Infanzia “Principe di Napoli” Istituto Francescano è gestita dalle Suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento. Nella città vi è la presenza di altre scuole materne, comunali, private e statali.
Nella nostra scuola, dove si cerca di coniugare insieme cultura, professionalità e formazione di una persona morale, libera e responsabile, si definiscono i nostri principi fondamentali che traggono ispirazione dalla fonte umana – cristiana – francescana, nel rispetto e nella promozione dei valori della Costituzione Italiana (art. 3; 33; 34), aperta alla spiritualità ed alla trascendenza.
Nell’attuale contesto storico e culturale, ispirandosi alla dottrina di Cristo unico Maestro, la nostra scuola, in quanto scuola cattolica (e più propriamente francescana), propone un modello di educazione integrale – umana, cristiana, sociale – della persona, in dimensione personalistica e comunitaria, in piena collaborazione con l’opera educativa della famiglia.
SEZIONE 3 LA PIANIFICAZIONE CURRICOLARE
RISORSE FINANZIARIE, MATERIALI – STRUTTURALI, UMANE E CULTURALI
3.1 RISORSE FINANZIARIE
La Scuola riceve il contributo da parte del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca ( MIUR) – Direzione Generale Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia – (U.S.R.) di Enna.
Inoltre si avvale anche del contributo mensile degli alunni per i vari servizi offerti.
3.2 RISORSE MATERIALI – STRUTTURALI
L’edificio scolastico attualmente è provvisto di:
3.3 ORGANIZZAZIONE DELLE SEZIONI
SEZIONE PRIMAVERA
SEZIONE INFANZIA
SEZIONE “A”
SEZIONE “B”
Ente Gestore: Istituto Suore Clarisse Francescane Missionarie del SS. Sacramento
Coordinatrice Attività Didattiche: Chicoli Sr. Antonella
Docenti: Religiosi n° 1 – Laici n° 2
personale ATA n° 3
Collaborazione di esperti n. 3.
3.4 struttura organizzativa della scuola
Dalle ore | Alle ore | ||
8,00 | 9,30 | Accoglienza | |
9,30 | 11,00 | Attività come da programmazione
(Progetti…) |
|
11,00 | 11,20 | Igiene | |
11,30 | 12,30 | Mensa | |
12,30 | 13,00 | Gioco | |
13,00 | 13,30 | Attività (Laboratorio di manualità…) | |
13,30 | Uscita |
3.5 Rapporto scuola – famiglie – territorio
La Scuola Cattolica, come laboratorio di una specifica proposta educativa, non rinuncia a coinvolgere le famiglie, primo ambiente di vita e di educazione del bambino, e il territorio.
Ascolto, dialogo, confronto, ricerca: questi sono gli elementi indispensabili per sviluppare un clima costruttivo tra famiglie e Scuola e creare un virtuoso circuito relazionale, che va al di là dei semplici incontri programmati.
La scuola avrà cura di informare le famiglie sull’andamento dei piccoli sia per collaborare meglio nell’opera educativa, sia per modificare o aggiungere interventi di rinforzo.
3.6 Educazione alla cittadinanza attiva, pari opportunità e prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni
Parte integrante dell’educazione alla cittadinanza promossa dall’istituto sono i principi di pari opportunità e prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni (comma 16 della legge 107/15). I predetti principi potranno essere sviluppati nell’ambito di “Cittadinanza e Costituzione”; attraverso la progettazione di esperienze formative mirate quali visite di istruzione, partenariati (con UNICEF, Prefettura etc), Iniziative di solidarietà, visione di film, progetti specifici con ASL e servizi sociali, partecipazione ad eventi, ecc.
3.7 AZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA
La scuola dell’Infanzia è un ambiente educativo di esperienze concrete e di apprendimenti riflessivi che integra, in un processo di sviluppo unitario, le differenti forme del fare, del pensare, del sentire, dell’agire relazionale, dell’esprimere, del comunicare, del gustare il bello e del conferire senso da parte dei bambini.
Richiede attenzione e disponibilità da parte dell’adulto, stabilità e positività di relazioni umane, flessibilità e adattabilità alle situazioni, adozione di interazioni sociali cooperative, clima caratterizzato da simpatia e curiosità, affettività costruttiva, gioiosità ludica, volontà di partecipazione e di comunicazione significative, intraprendenza progettuale ed operativa.
Riconosce come connotati essenziali del proprio servizio educativo:
La scuola dell’infanzia si propone dunque come luogo di incontro, di partecipazione e di cooperazione delle famiglie, come spazio di impegno educativo per la comunità e come risorsa che mira alla promozione delle capacità personali di ogni bambino.
3.8 CRITERI METODOLOGICI
Gli obiettivi specifici di apprendimento non hanno alcuna pretesa validità per i casi singoli, siano essi le singole istituzioni scolastiche o, a maggior ragione, i singoli allievi. È compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti, infatti, nel concreto della propria storia e del proprio territorio, assumersi la libertà di mediarli, interpretarli, ordinarli, distribuirli ed organizzarli negli obiettivi formativi delle diverse Unità di Apprendimento, considerando, da un lato, le capacità complessive di ogni bambino e, dall’altro, le teorie pedagogiche e le pratiche didattiche più adatte a trasformarle in competenze. Allo stesso tempo, tuttavia, è compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti assumersi la responsabilità di “rendere conto” delle scelte fatte e di porre le famiglie e il territorio nella condizione di conoscerle e di condividerle.
Va ricordato, poi, che gli obiettivi specifici di apprendimento obbediscono al principio della sintesi: l’uno rimanda sempre funzionalmente all’altro e non sono mai, per quanto possano essere minuti e parziali, richiusi su se stessi, bensì aperti ad un complesso, continuo e unitario rimando reciproco.
Il sé e l’altro
Corpo, movimento, salute
Fruizione e produzione di messaggi
Esplorare, conoscere e progettare
3.9 AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE
L’aggiornamento continuo e la formazione in servizio costituiscono i presupposti per una crescita comunitaria della scuola cattolica che si pone in un’ottica futura di adeguamento delle proprie risposte ai bisogni di una società che cambia, alla ricerca di una nuova umanità.
Inoltre la FISM (Federazione Italiana Scuole Materne), organizza periodicamente corsi di formazione per i docenti.
3.10.1 LABORATORIO DI LINGUA STRANIERA “PROGETTO PINGU’S”
A differenza di molti altri corsi di inglese, Pingu’s English è un sistema di insegnamento della lingua inglese che offre un’esperienza coinvolgente per i bambini – e maggiormente gratificante per gli insegnanti.
Combinando il suo consolidato sistema di insegnamento con materiali altamente piacevoli, insegnare non è mai stato così divertente.
Quattro tipi di esperienze di apprendimento.
Con Pingu’s English, i bambini incontreranno quattro tipi di esperienze di apprendimento per ciascuna unità:
All’interno di ogni esperienza linguistica, ci sono un sacco di opportunità per il tuo bambino per ascoltare, praticare, sviluppare e giocare con la nuova lingua. Questo lo aiuterà a trovare il modo che più si adatta al proprio stile di apprendimento individuale.
3.10.2 PROGETTO LABORATORIO DI “DANZA EDUCATIVA”:
“corpo/ spazio/ dinamica/relazione” a cura di Valentina D’Angelo
Premessa
Per crescere, tutti abbiamo bisogno di esplorare le possibilità del nostro strumento di azione nel mondo: il corpo. Questo esercizio, istintivo e necessario, dovrebbe essere in primo luogo una gioia e un piacere. Costruendo un linguaggio comune sotto uno sguardo accogliente, critico ma non giudicante, questa esperienza può diventare condivisa e consapevole, trasformandosi in qualcosa di più, gettando un ponte fra il fare e il pensare. Attraverso la danza educativa i bambini e i ragazzi, femmine e maschi, sperimentano un lavoro di ricerca conoscitiva, artistica e scientifica sul proprio corpo.
Imparano a “sapersi muovere”, cioè a creare e interpretare in termini intenzionali e comunicativi il proprio movimento. Proporre un laboratorio di “Danza educativa” nella scuola dell’infanzia, significa realizzare e condividere, assieme ai piccoli alunni, esperienze emozionali, creative e relazionali attraverso il corpo e la mente. La danza educativa è l’arte di usare e organizzare il movimento per esprimersi, comunicare e inventare: sapersi muovere, saper creare e saper osservare.
Il corpo proposto dalla danza educativa è un corpo sensibile, armonico, attento al sentire soggettivo, preoccupato della relazione con gli altri. Danzando il bambino impara a conoscere il proprio corpo e ad usare il movimento come mezzo di comunicazione, impara che – a seconda delle emozioni e delle sensazioni provate – la qualità del proprio movimento varia ed è collegata allo spazio usato, loalla musica, al ritmo e alle persone che lo circondano. Si rivela pertanto un importante strumento di formazione ed educazione nonché di integrazione di alunni con disagio e/o problematiche socio-relazionali, assolvendo talvolta ad una funzione terapeutica. Il laboratorio di danza educativa diventa così centro di creatività e conoscenza, strumento educativo e formativo, capace di favorire lo sviluppo integrale della persona, inteso nelle sue componenti sensibili (fisiche, emotive), morali (relazionali e artistiche) e intellettuali (cognitive).
Finalità
– Potenziare la capacità di utilizzare il corpo per relazionarsi con gli altri, sviluppando l’esplorazione dei principali elementi fondanti della danza educativa: corpo – spazio –dinamica – relazione.
– Incoraggiare e consolidare l’impulso innato del movimento danzato offrendo a tutti/e il diritto alla danza, intesa come espressività intenzionale, consapevole e condivisa.
– Sperimentare la danza nel suo valore artistico e culturale, valorizzando sia la creatività individuale sia la cooperazione e l’osservazione nei lavori di gruppo.
– Valorizzare la fruizione ludica del patrimonio culturale della danza come esperienza positiva per raggiungere il benessere interiore.
Obiettivi
– Facilitare la libera espressione del movimento
– Promuovere una crescita equilibrata e globale della persona
– Favorire l’attività sinergica di corpo/mente
– Favorire la socializzazione
– Promuovere e favorire l’integrazione di alunni con disagio e/o problematiche
socio-relazionali
– Arricchire il linguaggio motorio e sviluppare una terminologia del movimento
Metodologia e Attività
Piccoli momenti di esplorazione del proprio movimento, libero o ritmico, sotto la guida e lo sguardo dell’adulto, si trasformano in ricerca attiva, scoperta e consapevolezza. Sono privilegiate le attività pratiche guidate (singole e di gruppo), le proposte creative, i percorsi di apprendimento ludico cooperativo.
Destinatari
Gli alunni della scuola dell’Infanzia in gruppi di età/livello.
Personale coinvolto
– Esperto esterno con comprovata esperienza nel settore e attitudine alla realizzazione di percorsi di danza educativa con bambini di scuola dell’infanzia, fornito di specifico diploma di danza.
– Docenti curricolari.
– Collaboratori scolastici in servizio nei plessi.
Articolazione e organizzazione del Laboratorio
Una lezione si suddivide in 5 fasi: accoglienza – riscaldamento – esplorazione –composizione – conclusione.
1) L’accoglienza servirà a creare un clima sereno, ordinato, pronto all’ascolto e al movimento (un modo originale per salutarsi o un rituale di movimento).
2) Il riscaldamento proporrà attività capaci di mobilizzare le principali articolazioni, di allungare e rinforzare la struttura muscolare, quindi scalderà e preparerà il corpo all’attività di danza e potrà avvenire sul posto, nello spazio, in cerchio o a specchio.
3) La composizione promuoverà la capacità di creare, ovvero di riorganizzare il movimento in sequenze individuali o di gruppo (piccole coreografie guidate o libere).
4) La conclusione servirà sia all’insegnante che ai bambini per terminare gli incontri con la giusta consapevolezza e in maniera soddisfacente (un rituale di movimento, un rilassamento guidato o una danza particolarmente energica e animata).
Spazi e strutture
Sala giochi
Materiali e mezzi
Stereo/CD/materassini/cerchi/birilli…
Tempi di realizzazione e pianificazione degli incontri di attività
Novembre/giugno a cadenza settimanale per ciascun gruppo di età/livello.
Ciascun gruppo lavorerà circa 30 minuti a settimana secondo un calendario che sarà definito successivamente all’analisi numerica dei contesti scolastici.
Modalità di verifica/valutazione
– Osservazione in contesto
– Lezione “aperta”
Il laboratorio si concluderà con l’esecuzione di un saggio/esibizione di fine anno in data e modalità da definire.
3.10.3 Progetto di Ricerca Didattica “LEGGO L’ARTE CONTEMPORANEA”
di Alice Albanese sviluppato presso la Scuola dell’Infanzia “Principe di Napoli”
Responsabili del Progetto: Battiato Stefania – Russo Giusi
Il progetto LEGGO L’ARTE CONTEMPORANEA nasce dalla voglia di far immergere i bambini nell’arte a partire dagli stimoli emotivi e sensoriali che questa offre, sia nell’atto della creazione che nell’atto della semplice osservazione.
L’arte contemporanea infatti, più di qualsiasi altra forma d’arte, dialoga principalmente con il nostro lato emotivo e offre nell’associazione tra immagini ed emozione numerosi spunti logico – didattici. L’arte contemporanea lavora fondamentalmente con l’astrazione e il segno.
Da sempre infatti il “disegno” e il “segno” sono stati l’elemento attraverso il quale rappresentare la realtà.
Con il metodo Bortolato, abbiamo associato SEGNO ad un OGGETTO della realtà.
La lettura dell’immagine porta il bambino, attraverso una associazione logico-deduttiva, a sviluppare inconsciamente un meccanismo spontaneo di lettura (praticamente associando una immagine ad un simbolo ad un suono).
Il progetto LEGGO L’ARTE CONTEMPORANEA ha l’obiettivo di far comprendere al bambino la differenza tra astrazione ed astrattismo, che sono alla base di tutta l’esperienza artistica dal ‘900 ad oggi.
METODOLOGIA
La metodologia proposta è quella di rafforzare il processo logico-deduttivo del Metodo Bortolato giocando con la forma/segno che a volte diventa SIMBOLO (ovvero quando viene associata ad un oggetto della realtà, la A diventa una Altalena) a volte invece diventa solo una FORMA (creando nell’accostamento di varie lettere una semplice forma estetica senza significato contenutistico, con il solo scopo di creare nell’osservatore un determinato stato emotivo, con un chiaro riferimento all’Arte Segnica).
PREMESSA
L’arte segnica è matrice fondamentale di tutta l’esperienza artistica contemporanea. Il protagonista nell’arte contemporanea, infatti, non è più l’oggetto rappresentato (il contenuto, la realtà), ma la forma pura (ovvero l’associazione tra la lettura della forma e lo stato emotivo che si crea in chi osserva).
Come nella musica dove non sono necessarie le parole per evocare nell’ascoltatore un determinato stato emotivo, allo stesso modo l’arte segnica slega la forma del suo contenuto nel tentativo di lavorare esclusivamente con la sfera emotiva.
PRIMA FASE
In una prima fase del progetto i bambini hanno realizzato gli oggetti/simbolo (le lettere dell’alfabeto) attraverso l’applicazione di numerose tecniche artistiche (collage, assemblaggio, pittura, decupage, ecc.)
SECONDA FASE
Nella seconda fase del lavoro (che è ancora in corso) il segno, ovvero le lettere dell’alfabeto, saranno, utilizzate come semplice elemento grafico, spogliandolo di ogni riferimento contenutistico.
Cosi avremo lavorato sulla differenza tra astrazione (lettere/simbolo che rimandano ad un suono) e astrattismo (utilizzo delle forme senza alcun riferimento contenutistico).
Questa differenza è alla base della lettura e della critica dell’arte contemporanea nel suo complesso.
E riuscire a comprenderla è la chiave per riuscire a comprendere l’intero mondo dell’arte contemporanea.
RISULTATI ATTESI
Come con l’applicazione del Metodo Bortolato relativo alla lettura, il bambino impara a leggere spontaneamente anche le parole che gli si presentano davanti per prima volta, allo stesso modo alla fine del progetto LEGGO L’ARTE CONTEMPORANEA ci aspettiamo che il bambino legga spontaneamente le opere d’arte contemporanea, anche quelle presentate a lui per la prima volta.
CONTATTI
Albanese Alice – Battiato Stefania – Russo Giusi (345-9863000)
istitutofrancescanoenna@gmail.com
albanesealicemaria@gmail.com
3.10.3Laboratorio di educazione musicale a cura di Emanuele Primavera
E’ opinione condivisa dagli educatori che l’avvicinamento del bambino alla musica debba essere il più possibile precoce: i bambini possono essere proficuamente stimolati e motivati fin dall’avvio del proprio percorso scolastico all’apprendimento musicale, attraverso un approccio alla didattica innovativo, ludico e sperimentale. E’ importante cercare di creare le condizioni affinché i bambini, che dimostrano in genere una curiosità infinita nei confronti di ciò che li circonda, riescano a mantenere viva questa curiosità e siano accompagnati a sviluppare gradualmente le proprie attitudini musicali. L’esperienza dimostra che la musica può essere attraente e sorprendente, può divertire e rivelarsi interessante e coinvolgente: il termometro che misura la motivazione e l’entusiasmo dei bambini a osservare, conoscere, interpretare e vivere da protagonisti la musica può salire sensibilmente se sussiste un contesto di apprendimento che renda il bambino protagonista dell’azione e gli consenta di assumere un ruolo centrale rispetto al proprio sapere e al proprio fare. Ecco perché diventa indispensabile creare le condizioni affinchè i bambini si cimentino precocemente con la pratica corale e strumentale e, scoprendosi protagonisti, possano proseguire in modo motivato e consapevole lo studio di uno strumento.
Il laboratorio avrà durata annuale e avrà come finalità la costruzione di due spettacoli, in occasione del Natale e della fine dell’anno.
Il laboratorio:
-punterà allo sviluppo dell’attitudine musicale dei più piccoli. A livello corporeo, attraverso il movimento, il disegno e la voce, si mira a formare l’orecchio musicale e la capacità percettiva dell’ascolto;
-favorirà una crescita armonica: coordinamento, concentrazione, sviluppo dei concetti spazio-temporali;
-educherà alla percezione dell’armonia: la musica intesa come linguaggio, non solo come ritmo e melodia, attraverso le sue funzioni armoniche aiuta a condividere esperienze sonore e ad inventare, riprodurre e imitare suoni o ritmi sia a livello corale che individuale;
-aiuterà a riconoscere la qualità del suono (durata, intensità, altezza, timbro, linea melodica e ritmo, modo maggiore e minore, fraseggio musicale, tema e variazioni, ecc.) e a formare un ascolto attivo sulle forme espressive silenzio/suono, forte/piano, lento/veloce, staccato/legato, pausa/ripresa, domanda/risposta, ecc…;
-fornirà le basi per la scrittura musicale (i simboli musicali, le note…) e per l’identificazione delle frasi musicali e la successiva riproduzione nello spazio di figurazioni ritmiche attraverso il movimento;
-porterà il bambino all’esecuzione di poliritmi con strumentini percussivi su una base di accompagnamento melodico; all’invenzione, riproduzione e imitazione di ritmi con il battito delle mani e con la voce sia a livello corale che individuale; alla rielaborazione grafica di quanto ascoltato attraverso il disegno;
-svilupperà la sensibilità al canto e fornirà gli strumenti per il raggiungimento graduale della consapevolezza della vocalità, dello sviluppo dell’intonazione, della sensibilità melodica e ritmica, finalizzati all’apprendimento del repertorio corale all’unisono e a più voci.
L’esperienza e la formazione del coro hanno un considerevole valore educativo in quanto favoriscono cooperazione e relazioni sociali basate sulla fiducia, l’accoglienza dell’altro, il riconoscimento di diritti e doveri. Ultimo ma non per importanza, il laboratorio ha dunque l’importantissimo scopo di creare legami sociali, cooperazione, rispetto e senso del gruppo tra i più piccoli, nostro amatissimo presente e futuro.
3.11 LA VALUTAZIONE E LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE
La valutazione ha per oggetto il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico complessivo degli alunni. La valutazione concorre, con la sua finalità anche formativa e attraverso l’individuazione delle potenzialità e delle carenze di ciascun alunno, ai processi di autovalutazione degli alunni medesimi, al miglioramento dei livelli di conoscenza e al successo formativo (DPR 122/09). La pratica valutativa si pone all’inizio di un percorso per poter rilevare una situazione di partenza e approntare, di conseguenza, un adeguato itinerario di apprendimento personalizzato per il recupero, il consolidamento e il potenziamento delle abilità; in itinere permette un bilancio del processo di apprendimento per stimolare un continuo miglioramento, attraverso strategie didattiche e metodologiche centrate sull’alunno; infine può fornire indicazioni orientative per favorire l’espressione di tutte le potenzialità in qualsiasi contesto. Il processo della valutazione presuppone un modello didattico basato non solo su modalità trasmissive da verificare in modo sommativo, ma anche e soprattutto su una pratica didattica tesa a considerare i processi di apprendimento al fine dello sviluppo integrale dell’alunno, secondo le finalità suggerite dalle Indicazioni per cui la scuola fornisce le chiavi per “apprendere ad apprendere”, ed affianca al compito “dell’insegnare ad apprendere” quello “dell’insegnare ad essere”. La valutazione assume una preminente funzione formativa: si può parlare, quindi, non solo di valutazione dell’apprendimento, ma soprattutto di valutazione per l’apprendimento. La funzione della valutazione è, quindi, quella di cogliere le dinamiche dei processi formativi, distinguendo tra la verifica, intesa come misurazione il più possibile oggettiva del profitto e delle abilità acquisite dall’alunno, e la valutazione, intesa come apprezzamento dei cambiamenti introdotti dall’educazione nella personalità dell’alunno, in senso formativo e di sviluppo globale. In base a quanto emerge in fase di verifica e di valutazione, i docenti terranno in considerazione l’adeguatezza dei piani d’intervento e delle scelte didattiche, al fine di apportare eventuali correzioni al progetto educativo e didattico.
3.12 I RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA
I rapporti scuola-famiglia costituiscono un pilastro fondamentale della mission d’istituto. L’ art. 29, comma 4 del CCNL prevede che il collegio dei docenti, deliberi modalità e criteri per i rapporti scuola-famiglia. Modalità di svolgimento di colloqui periodici a carattere generale due volte l’anno;
SEZIONE N. 4 LA PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA E GOVERNACE D’ISTITUTO
Il collegio dei docenti è formato da tutti i docenti in servizio nell’istituto, secondo la normativa vigente;
I consigli di classe ed intersezioni sono formati da tutti i docenti in servizio nella classe dai rappresentanti dei genitori;
Il Coordinatore pedagogico-didattico:
Chicoli Sr. Antonella
Riceve su appuntamento;
Tel. 0935501186
Email: Antochico@tiscali.it
4.1 IL PERSONALE DELLA SCUOLA
Docenti:
Assistenti all’Infanzia
4.2 PERSONALE DI SEGRETERI
4.2.1 componente di segreteria
Russo Giuseppina con mansioni di:
CONTATTI UFFICIO DI SEGRETERIA
Tel. 0935501186
Fax 0935501186
Email: istitutofrancescanoenna@gmail.com
4.3 LA FORMAZIONE DEL PERSONALE
È intenzione di questa scuola promuovere la qualità della scuola in termini anche di innovazione e cooperazione tra le diverse componenti, pertanto le attività formative devono migliorare la professionalità del docente attraverso: